Parigi, 1946. Arno Stern è chiamato in un istituto per orfani di guerra come educatore. Il giovane, di origine tedesca ed emigrato dapprima in Francia e successivamente in Svizzera, ha vissuto le privazioni dei profughi durante il secondo conflitto mondiale; alla fine della guerra con la famiglia fa ritorno in Francia ed ottiene la cittadinanza francese. Presso l’istituto parigino, con profonda intuizione, fa dipingere i bambini a lui affidati in un allestimento unico e non visto prima. Nel 1949 approda nel quartiere di Saint-Germaine-des-Prés e qui inaugura un atelier che lui stesso nomina Closlieu e che diverrà noto come Académie du Jeudi. È nato così il primo Closlieu, secondo ciò che oggi conosciamo.

Personalità unica e polivalente, né scienziato, né formatore, né docente d’arte eppure tutte queste cose insieme -oltre che etnologo, divulgatore, semiologo, esploratore e tanto altro-, Stern ha modo di approfondire le osservazioni compiute in atelier attraverso ricchissimi viaggi di studio. Dalla giungla, al deserto, fino alla boscaglia e stando a contatto con le popolazioni indigene di Mauritania, Perù, Nigeria, Messico, Afganistan, Etiopia, Guatemala e Nuova Guinea, le intuizioni e ipotesi di Stern divengono certezze. Egli può dimostrare che nel profondo di ciascun individuo esiste un codice universale, che ha modo di realizzarsi attraverso il gioco del dipingere e un determinato modo di farlo: il gesto che prende forma nel Closlieu rivela una manifestazione unica, diversa da qualunque altra. Stern le dà il nome di Formulazione: parliamo di una manifestazione del tratto complessa, originale, strutturata e universale che diviene oggetto di studio di una nuova scienza, la Semiologia dell’Espressione.
Tre sono le condizioni per cui la Formulazione può avvenire: un luogo protetto; la presenza di altre persone, che non sono spettatori ma compagni d’avventura, che accettano l’azione nel suo intento non comunicativo; la figura del Praticien, il “conduttore” del Closlieu: non guida, non maestro, non destinatario ma “servitore”. Sin dalle prime tracce che il bambino lascia sul foglio emerge un linguaggio che nasce ancor prima delle parole, un codice universale che proviene dalla Memoria Organica, quella dei primi due anni dell’individuo e a cui non possiamo attingere razionalmente.

Stern ha formato negli anni migliaia di Praticien; ha partecipato a innumerevoli conferenze e dato centinaia di lectures. Ha condotto corsi presso università, centri di formazione, musei e associazioni culturali. Sono sorti atelier ovunque nel mondo, potendo servire un’ampissima gamma di persone, di ogni età, credo ed etnia: sono presenti atelier secondo Stern nei luoghi più diversi, dalle scuole alle istituzioni culturali, dai centri pediatrici agli ospedali, nelle grandi città come nei paesi rurali.

Per chi non conoscesse ancora il magico luogo creato da Arno Stern, basti dire che poche fondamentali regole caratterizzano il Closlieu: stanza chiusa, silenziosa e vibrante di colori, l’atelier secondo Stern è un luogo intimo e protetto, dove il bambino, l’adulto o il corsista dipinge liberamente, senza giudizio o imposizione da parte dell’insegnante, ma per il solo piacere di dipingere. Esprimendosi in assoluta spontaneità, pennelli in mano, egli si concentra nella calma, trasformando la superficie bianca del foglio in uno spazio d’espressione. Con il raccoglimento acquisisce forza e sicurezza, in un gioco privo di competizione che avviene sotto la guida discreta, amorevole, attenta e mai invasiva del Praticien. Egli, il servente del gioco del dipingere, ha un ruolo fondamentale: è al servizio dell’Espressione della Formulazione.

Il Closlieu di My School Ticino è attivo dal 2018. Allestito e messo in opera dalla nostra Praticien Chiara Gervasini, tuttora attiva insieme ad altre colleghe, l’atelier ha visto negli anni passare e crescere i bambini al suo interno. Inserito nella programmazione didattica del Nido e della Scuola dell’Infanzia, è aperto a tutti -su prenotazione- nelle ore di doposcuola, e può così ospitare anche utenti esterni grandi e piccini. I Buoni Regalo Closlieu-Atelier Stern permettono di regalare a parenti e amici l’esperienza unica di questo magico luogo. Per info e dettagli, la segreteria è a vostra disposizione.

“Ti è stato ricordato che il migliore vince e che devi desiderare di essere il migliore. Per vincere, occorre conformarsi, correre sulla pista che porta al trionfo. Tu hai finito con il credere che solo le lodi e i complimenti contano, e i buoni voti. Hai eseguito il disegno che speravi sarebbe stato apprezzato. Farlo non ti ha procurato alcun piacere, ma del resto ti è stato detto che non dovevi provarne, perché nessuno ne prova, perché solo permane l’angoscia del risultato. Non sempre ci sei riuscito. Questo ti ha fatto credere di non essere tra i migliori. Allora hai invidiato – un po’ – chi otteneva ottimi risultati. In questa corsa al successo, hai scordato la serenità. Sei diventato talmente dipendente da coloro che ti giudicano, da non riuscire più nemmeno ad immaginare un’azione senza un risultato misurabile. (…). Poiché si è fatto di te un consumatore, tu credi che occorra innovare, cambiare, sperimentare svariate esperienze. Ti è stata inculcata l’idea che “ripetere” significhi “noia” e che quindi occorra passare da una cosa all’altra, non soffermandosi mai su nessuna. Ti è stato insegnato a sfiorare tutte le cose e ti vergogneresti ad ignorarne una, ad aver perso ciò che gli altri invece hanno provato tra le mille proposte alla moda (…). Eri così anche tu quando sei approdato al Closlieu. Decisamente a disagio, completamente insicuro, senza paletti. Non trovavi il sentiero da seguire. La libertà ti spaventava”.
Arno Stern

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